Recensione: NZXT Manta

Unboxing e prime impressioni

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L’NZXT Manta arriva confezionato in un cartone nero, stampato con loghi NZXT e modello in bella vista, la stampa raffigura cosa troveremo all’interno. All’interno il case è protetto da due classiche protezioni in polistirolo e dal sacchetto in nylon per evitare graffi alle superfici. Una volta aperto troviamo il bundle base composto dal libretto di istruzioni e dal classico pacchetto di viti e fascette indispensabili per l’assemblaggio.

L’NZXT Manta offre anche un discreto setup di storage con tre alloggiamenti da 2,5 pollici e due da 3,5 pollici. Di base il case NZXT arriva con ben 3 ventole da 120 mm fornite, due frontali ed una posteriore, ottima anche la scelta di inserire filtri antipolvere nelle zone dove l’airflow è in immissione (quindi frontalmente e nel vano inferiore).

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Come oramai NZXT ci ha abituato, anche questo Manta ha l’alimentatore posizionato in una zona coperta che, anche grazie al foro in prossimità dell’alimentazione della VGA, permette di nascondere tutti i cablaggi e dare un’estetica più “pulita” alla propria build.

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Il case è dotato di 2 slot di espansione nei quali è possibile montare una VGA di lunghezza massima di 363 mm, per quanto riguarda la possibilità di dissipatori ad aria il Manta permette dissipatori alti ben 160mm.

Il Manta non è solo pensato per sistemi AIO/Custom, ma permette anche di installare dissipatori ad aria di altezza massima fino a ben 160mm, senza troppi problemi per quanto riguarda la larghezza.

Nella parte alta del case sono presenti, oltre al pulsante di accensione (da notare che non è presente un tasto “reset”), i classici jack audio e mic e due USB 3.0.