Recensione: 1St Player FireRose MK3

Prova sul campo

Per la prova sul campo abbiamo strapazzato bene la FireRose MK3 in tutte le modalità possibili, dai ritmi frenetici degli FPS a situazioni meno stressanti come negli Hack ‘N’ Slash, passando naturalmente da lunghe sessioni di scrittura.

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La FireRose si dimostra una tastiera multiuso come il tipo di switch che monta, riuscendosi a destreggiare sia nelle sessioni di gioco frenetiche sia nelle lunghe sessioni di scrittura dove si apprezza il notevole feedback uditivo che è musica per le orecchie degli amarcord, ma fastidiosissimo per chi non è abituato a sentirlo e soprattutto per le persone che ti sono vicine. Durante le sessioni di gioco frenetiche si apprezza la precisione degli switch alla pressione che, non essendo lineari, evitano azioni involontarie grazie al doppio passaggio classico degli switch Blue/Brown a dispetto della poca forza necessaria alla pressione. Ovviamente non è lo switch più reattivo in assoluto, specialmente rispetto ai Red ed i Black, ma con un pò di pratica si riuscirà a trovare una notevole confidenza con questo tipo di switch.

Nelle sessioni di scrittura il doppio feedback è ancora più utile rendendo la battitura veloce e precisa, ma è proprio qui che ho notato delle cose particolari; da possessore di una CM-Storm Mech, dotata di switch Cherry MX Blue, mi è venuto del tutto naturale paragonare le due tastiere e ho notato che la versione Blue dei Kailh è nettamente più rumorosa con una tonalità di rumore decisamente più acuta, mentre per quanto riguarda la precisione nella pressione i due switch sono molto simili se non nel ritorno verso l’alto dove la versione Kailh non è precisa quanto la versione Cherry MX. Ovviamente sono piccolezze che si notano solamente con grande sensibilità e molta pazienza nella riproduzione delle prove, quindi possiamo tranquillamente dire che anche la versione Kailh svolge egregiamente il suo lavoro.

Peccato per l’assenza di un poggiapolsi perchè questa mancanza, unità all’altezza dei tasti, tende a far stancare le mani durante le lunghe sessioni sia di gioco che di scrittura, rendendo inevitabile l’acquisto di supporto aggiuntivo per i polsi