Progetto Anton part 1: l’idea

Marzo 2019, pieno lockdown, sarà stata la noia, sarà stata la routine sveglia/smartworking/cena/letto, sarà stata la voglia di cambiare qualcosa, ma è in questo periodo che è nata l’idea di cambiare la mia postazione PC. Ho sempre lavorato in smartworking, almeno in parte, ma il periodo di lockdown m’ha fatto capire che avevo bisogno di un ambiente più comodo per lavorare e il Thermaltake WP100 era un pò “invadente”, considerando che il mio spazio per la postazione PC è un ambiente piccolo, con solo 158cm tra un muro e l’altro, quindi una nicchia da cercare di sfruttare al massimo.

Ecco l’idea, sfruttare il poco spazio a disposizione senza rinunciare a qualcosa di particolare e soprattutto senza dover scendere a compromessi sull’hardware, cosa per me impensabile… quindi che fare? Dopo vari giorni a pensare mi sono tornati in mente dei progetti che avevo visto in passato e che ritenevo interessanti, ma soprattutto mi sono tornati alla mente i disegni che avevo fatto qualche anno prima, ovvero una bozza di scrivania con il pc integrato dentro. Ottima idea e ottimo passatempo, peccato che avevo il garage/officina completamente “esploso” perchè nel frattempo avevo deciso anche di mettere ordine e sistemare cose rimandate negli anni. Da cosa nasce cosa, arriva il caldo e l’estate, il lockdown viene tolto e si sa, il caldo non mette certo voglia di lavorare, semmai risveglia voglia di grigliata e gelato, quindi il progetto “Anton” torna nel cassetto in attesa di tempi migliori. Perchè il nome Anton? Diciamo che la serie tv Silicon Valley ha avuto la sua influenza ed è un omaggio al grande Gilfoyle e alla sua Server Farm Self-made fatta con scaffali e cassette di plastica. E poi come mai poteva chiamarsi il luogo dove far risidere il “mio” Gilfoyle in versione Funko?

Peccato che il Covid aveva deciso di tornare ancora nelle nostre vite, quindi finita l’estate e il ritorno dell’autunno/inverno chiusi in casa poteva voler dire una cosa sola; Anton entro la fine della primavera 2021 doveva prendere vita! Tutto bello, però il progetto doveva avere dei vincoli precisi: punto primo, rispettare il design “industrial” del resto della casa, punto secondo doveva essere costruito con un budget minimo recuperando al massimo il materiale di scarto di altri lavori e punto terzo il lavoro doveva essere eseguito in maniera totalmente artigianale utilizzando i soli strumenti a disposizione, ovvero uno smeriglio (morto dopo l’ultima spazzolata, RIP), una saldatrice (potente saldatrice ad elettrodi by Lidl), un trapano (origine vedi saldatrice), delle punte a tazza, un seghetto alternativo ed una rivettatrice ereditata dalla buon’anima di mio nonno.

Prima di iniziare bisognava trasformare le bozze in un qualcosa di minimamente decente e con delle misure corrette, quindi era ora di disegnare!

Renzo piano è un dilettante a confronto!

Diciamo che non c’è molto da dire sul disegno della scrivania, o meglio, dal disegno non si capisce praticamente nulla e non ci sono le misure, ma cercherò di spiegarmi il più possibile; la struttura è in scatolato di ferro 50x20x2, con due gambe quadrate e una struttura portante sotto per reggere la tavola, ma soprattutto dove ospitare il cuore di Anton. Una volta fatto il disegno della struttura nella mia testa è nata una bellissima idea: perchè non vedere il cuore di Anton tramite un bel vetro al centro della scrivania visto che la scelta della struttura lo permette? Ok, ottimo, l’idea di fondo era definita, ora bisognava decidere gli spazi interni per i componenti, ma è sorto un dubbio, mantenere l’hardware attuale o rinnovarlo? La scelta è ricaduta sulla seconda, quindi andava deciso il materiale e controllare le specifiche tecniche per controllare le dimensioni delle componenti, in modo da poter disegnare l’interno in modo accurato e poi andavano misurati i componenti già in mio possesso. Da questo lavoro è nato il disegno della disposizione interna e questo è il risultato.

Bene, l’idea era definita, il progetto senza un minimo di misura segnata era fatto, restava solo una cosa da fare prima di iniziare il lavoro, ovvero fare la conta del materiale che sarebbe servito per vedere cosa avevo da recuperare e cosa andava comprato.

  • 10mt circa di scatolato 50x20x2 (di recupero)
  • 6mt circa di scatolato 20x20x2 per la struttura del cuore di Anton (comprato, 18€ circa)
  • Lamiera per le pareti del “cabinet” (recuperata dai pannelli laterali di chiusura degli armadi rack dismessi da un amico)
  • Rivetti (ne ho barattoli pieni, credo che non dovrò comprarne a vita)
  • Viti autoperforanti da 10mm (circa 5€)
  • Elettrodi per saldatrice (vedi Rivetti xD)
  • Dischi da taglio e da sbavo per smeriglio (se li prendete dai cinesi per lavori piccoli risparmiate, ma la qualità non è un granchè)
  • Spazzola da ferro per smeriglio (circa 5€)
  • Bombolette di vernice acrilica nero opaco e trasparente (in tutto 3 bombolette, circa 9€)
  • Bomboletta fondo pre-verniciatura (3€)

Per iniziare era quello che serviva, ma ovviamente un elenco completo non si poteva fare perchè in lavori come questi, progettati in maniera così dettagliata e precisa, la parola d’ordine è solo una: improvvisazione! Tanto in garage viti, perni, bulloni, rondelle non mancano mai!

L’idea era nata, il materiale era a disposizione, non restava che una cosa da fare, inziare a sporcarsi le mani! Ma lo vedremo nella seconda parte, Progetto Anton part 2: l’artigiano della qualità!