Recensione: iTek RGB Color LED Kit

Unboxing e montaggio

L’RGB Color Led Kit di iTek arriva in una piccola scatola nera con la foto delle strisce led a cerchio che mostrano i vari colori che si possono ottenere con il kit. Una volta aperta la confezione troviamo il kit protetto da una cover di plastica rigida che tiene fermi i vari pezzi. Il bundle è composto da 2 strisce nere lunghe 300mm formate da 18 Led l’una di tipo RGB, il controller con ricevitore infrarosso con doppio attacco per le due strisce led, il cavo di alimentazione con attacco molex, un cavo prolunga per poter allontanare dal controller una striscia led, il piccolo manuale d’instruzioni e il telecomando di controllo, con batteria inclusa, che permette lo spegnimento e l’accensione a distanza del kit e la possibilità di scelta del colore, intensità ed effetti luminosi. Le strisce sono già provviste di biadesivo 3M per una pronta installazione nel cabinet.

Il montaggio è estremamente semplice, una volta scelti i punti dove mettere le strisce non bisogna far altro che rimuovere la protezione dal biadesivo per poter facilmente attaccare la striscia al cabinet. Grazie alla prolunga è possibile installare le strisce anche lontane dal controller, così da evitare sgradevoli cavi o scatolette a vista. Una volta collegate le strisce al controller non bisogna far altro che posizionare il sensore IR vicino al plexiglass del cabinet in modo da poter personalizzare i colori o accendere e spegnere i led a piacimento tramite il telecomando. Infine non resta che collegare il cavo d’alimentazione al controller e tramite la spina Molex all’alimentatore del PC.

E’ possibile personalizzare sia i colori tramite gli appositi pulsanti sul telecomando, sia l’intensità della luce, oltre a divertirsi con gli effetti luminosi preimpostati, tipo la rotazione a sfumare di tutti i colori o il cambio di colore diretto in modalità flash. Il collegamento IR non è particolarmente potente, infatti nei nostri test da distante fatica a prendere i comandi, mentre da distanza ravvicinata, che è l’uso più comune, non abbiamo notato nessun problema.